Filadelfo Aparo

15.06.2019

Tra la tante vittime di mafia, dobbiamo ricordare Filadelfo Aparo, poliziotto Italiano.

Nato a Lentini nel 1935, entrò nell'esercito a 21 anni. Inizialmente assegnato alla sezione antirapina, entrò poi nella squadra Catturandi.

Poco tempo prima di essere barbaramente ucciso, ottenne una promozione a vice-brigadiere della Squadra Mobile della Pubblica Sicurezza della questura di Palermo.

Per i mafiosi era "u segugio", quello che andava a cercare i latitanti, senza stancarsi mai. Un uomo di grande coraggio, che però infastidiva i potenti.

La mattina dell'11 gennaio del '79 era appena uscito di casa - in Piazza tenente Anelli n°25 -. Mentre si dirigeva verso la sua macchina, venne ucciso a colpi di lupara da alcuni sicari a bordo di una Fiat 128 rossa - che venne poi ritrovata in fiamme -. Aparo tentò di rispondere al fuoco, ma non fece in tempo ad estrarre la pistola d'ordinanza. Nell'agguato rimase ferito anche un suo conoscente, che aveva poco prima parlato proprio con lui.

Quel giorno è così descritto - in un'intervista - dalla figlia Francesca:

"Io avevo deciso di andare a scuola a piedi; mio fratello Vincenzo, di appena dodici anni, era rimasto a casa e assieme a mia mamma (Maria, ndr) era affacciato al balcone per salutare papà. Invece lo ha visto morire".

Filadelfo lasciò la moglie, di soli 36 anni, e tre figli: Vincenzo, di 10 anni, Francesca, di 5 anni, e Maurizio, di solo 1 anno.

Anche se il mese dopo venne arrestato "il palo", tale Giuseppe Ferrante, tutt'ora non si conoscono né i nomi dei mandanti né, tanto meno, quelli dei sicari.

E' seppellito nel cimitero di Lentini. A lui, la sua città natia ha dedicato una piazza e una targa e, nel Giardino della Memoria - all'uscita di Palermo -, è piantato un albero in sua memoria.

A ottobre 2016, ha suscitato molto "scandalo" la rottura - e la successiva ricopertura di questa con degli escrementi - della targa in memoria di Filadelfo, a Lentini. Così ha commentato il coordinatore di Libera Siracusa:

"Un atto di violenza rivolto stavolta, se non alle persone, alla memoria dei loro cari. Ancora di più ci responsabilizza [...] la notizia che i responsabili dell'accaduto risultano essere minorenni. Come cittadini [...] sentiamo [...] l'esigenza [...] di [...] puntare le forze comuni verso iniziative che educhino i nostri ragazzi al rispetto [...]."

L'immagine più bella di Filadelfo, che ci fa capire quanto fosse buono di cuore, ci è stata lasciata dalla figlia Francesca:

"Mentre ci stavamo dirigendo a casa di amici, imbottigliati nel traffico, si accorse (Filafelfo, ndr) che un ladro stava tentando di rubare la borsa ad una malcapitata, lui aprì lo sportello dell'auto con violenza e strattonò il malvivente facendolo desistere da quella azione. Poi salì in macchina e la serata proseguì".

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